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Castello di Palma di Montechiaro - Agrigento

Castello di Palma di Montechiaro

Il Castello di Palma di Montechiaro sorge in cima ad un costone di roccia in prossimità del mare, proprio sopra la famosa "Baia delle Sirene". Il panorama e l'ambiente che circonda il castello di Montechiaro, rende la visita al trecentesco maniero un'esperienza emozionante e suggestiva. Il castello, costruito da Federico III di Chiaramonte, ha poi fatto parte del patrimonio di Tomasi  principe di Lampedusa, reso celebre dal Gattopardo.

Sin dalla prima visita che abbiamo effettuato (ottobre 2006), il castello ci ha incantato per la sua possenza, una fortezza che domina l'ambiente circostante con un'armonia tipica delle strutture medievali, ben lontane dalle nostre mirabolanti architettura moderne, che difficilmente si inseriscono nell'ambiente naturale.

Le pietre del maniero si fondono con la roccia del promontorio, e la torre mastra svetta sull'impianto castellano per ricordare la valenza della fortezza. Il castello infatti venne costruito a difesa delle attività di un caricatore granario. Peccato che però non abbiamo potuto visitare il castello prima degli interventi di restauro del 2002-2003. Vi sono state infatti pesanti polemiche sull'intervento di restauro,ed in effetti basta semplicemente osservare il castello e notare come la presenza di intonaci, mattoncini in laterizi e modifiche alle geometrie tipicamente chiaramontane e medievali (finistre o archi ogivali che diventano incredibilmente quadrate/i, oppure merli che vengono colmati), abbia portato allo sconvolgimento ed alla perdita d'identità di questo meraviglioso bene architettonico e monumentale.

Il restauro di un monumento deve garantire l'integrità della materia di cui è costituito, e deve essere effettuato seguendo i principi ed i criteri fondamentali fissati dalle istituzioni in materia di conservazione dei beni culturali, come la 'Carta di Venezia' e la 'Carta di Cracovia 2000'.

Difficile dunque comprendere le ragioni di un intervento tanto oltraggioso e violento. Sembra davvero che laddove non arrivi la mano del tempo o delle calamità naturali, basti la mano dell'uomo. Il castello di Montechiaro è considerato uno degli esempi più tipici dei castelli trecenteschi della Sicilia e, malgrado l'assenza di funzioni d'uso, si è conservato integralmente nella sua autenticità fino al 2000.

Il complesso fortificato presenta un impianto planimetrico articolato, con corte e torre maestra. Vi si accede dal lato sud, attraverso una stradella acciottolata in salita dalla quale si giunge, superato il portone d'ingresso, nella corte interna. La torre mastra è a pianta romboidale e presenta due livelli; la terrazza mostra ancora merlature di tipo guelfo. Il corpo di fabbrica di pianta rettangolare posto a nord-est è costituito da un piano terra adibito a cappella e da un piano sottostante.

Notevole interesse riveste la cappella del castello che custodisce l'affascinante Madonna di Montechiaro, statua in marmo scolpita da Antonello Gagini (1478-1536), artista palermitano.

Assai interessante è la leggenda in cui si narra che la statua, sottratta dai vicini abitanti di Agrigento, fu riportata dai palmesi nel castello dopo una lunga e furibonda lotta. Ad avvalorare tale fatto è il nome dato ad un corso d'acqua che da allora fu indicato come il "vallone della battaglia".

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